Avancorpo inferiore Spigolo nord del Crozzon di Brenta
via nuova "Donne e ramponi gioie e dolori"
Il cielo è terso, l'azzurro è intenso, nella notte e nelle giornate precedenti ha tirato con violenza vento da nord, la neve non è più candida e immacolata; è disseminata d'aghi d'abete, la nostra traccia degli sci è continuamente interrotta da rami e arbusti spezzati dal signor Eolo che con la sua forza a creato pericolosi accumuli nevosi che ci impediscono un avvicinamento rilassante.
Oggi insieme ad Andrea Reboldi percorro tutta la lunga valle di Brenta Bassa priva di pericoli oggettivi, il fondovalle è chiuso da un bell'anfiteatro di alte pareti che vengono interrote a metà da una cengia, da questa grossa spaccatura cola continuamente acqua che durante il periodo invernale crea una varietà notevole di flussi di ghiaccio. Questo luogo è stato testimone di un nuovo Nuovo Mattino personale; qui, insieme a Nicola Tondini, tanti anni fa abbiamo cominciato a sperimentare il dry tooling, salendo dal basso vie di ghiaccio e misto con uso parsimonioso di fix, dando il nostro contribuito a far diventare questa piccola valle una falesia per l'ice climbing; sono presenti linee da una a tre lunghezze, dove su alcuni itinerari bisogna anche saper utilizzare nut e friend per integrare le lontane protezioni fisse; tutte le soste sono attrezzate per la discesa.
Risalendo e superando la ripida scala di Brenta si è ancora protetti dal bosco di abeti, ora un ripido valloncello è sovrastato dalla valle di Brenta alta, le alte e valangose pareti di Fracinglo incombono su di noi. Qui Eolo ci ha dato dentro, ha depositato frammentando i cristalli di neve, che ormai privi di legame formano dei lastroni molto insidiosi. Oltre all'attrezzatura d'arrampicata siamo muniti di Arva, pala e sonda; procediamo uno alla volta su tutto il canale, non siamo tranquilli: salgo per un breve tratto e mi fermo in una zona sicura, i miei sensi sono in piena allerta, tengo d'occhio Andrea mentre mi raggiunge, breve tratto e zona sicura, breve tratto e zona sicura e così via fino a scappare dal canale rimontando il prima possibile a sinistra...
Arrivati alla sicura malga depositiamo il materiale da bivacco per i due giorni che prevediamo di fermarci e procediamo alla volta della nostra parete, ora lo zaino è diventato quasi gradevole.... I primi facili tiri se ne vanno veloci, poi un lungo canale rallenta la nostra marcia, la neve a tratti ci sostiene ma di frequente cede sotto il nostro peso facendoci sprofondare fino al polpaccio!!!
Il canale si restringe fino a diventare un camino ghiacciato e ci porta a una candela dall'aspetto decisamente fragile, una decina di metri di ghiaccio cristallino non mi permettono mai di piantare la picozza, l'arrampicata è tecnica e delicata, un aggancio dietro l'altro mi porta sotto il tetto dove finalmente il primo chiodo fa calare la tensione, attraverso a destra e con una bella e ampia spaccata mi sposto su una candela sospesa.
Ora si procede di nuovo veloci fino alla sosta, dove un ultimo tiro con qualche passo di misto ci porta sul pianoro sommitale e ci permette di vedere la via Valeria, che rientrava nei nostri obbiettivi di apertura, ma Canale e Mazzotti ci hanno preceduto il mese precedente mentre eravamo impegnati con altri progetti. Durante la discesa pregustiamo la nostra futura cena davanti al caldo camino scoppiettante della baita Brenta: una bella pasta e fagioli casalinga, frittata con piselli, salamine e spiedini da fare alla brace e una buona bottiglia di vino rosso per innaffiare il tutto !!!
Mondo difficile ....
Via: Donne e ramponi gioie e dolori
Apritori: Parolari Roberto e Reboldi Andrea
Aperta il: 04/02/2013
1° ripetizione: Claudio Migliorini e Francesco Rubiani il 10/02/2013
Sviluppo: m 405
Difficoltà: III, WI 5, M4
Materiale necessario: viti da ghiaccio (anche corte), friend medio piccoli per 4° e 6° tiro, qualche chiodo da roccia.
Avvicinamento: da S.Antonio di Mavignola, si prende la carrozzabile per val di Brenta, si seguono le indicazioni e in funzione all'innevamento si parcheggia prima della sbarra con divieto di transito (ordinanza comunale per pericolo valanghe). Si percorre tutto il fondo della val di Brenta bassa fino alla casetta di legno della teleferica del rif. Brentei. Si oltrepassa il ponticello e si arriva fino all'inizio delle scale di Brenta. Ora per ripidi gradini e poi per bosco si supera il primo dislivello fino a sbucare alla base di una ripida valletta cosparsa di mughi, la si percorre per intero e poco prima della fine si devia a sx per entrare in un bosco pianeggiante. Siamo ora in val di Brenta alta, si prosegue al suo centro fino ad arrivare a malga di Brenta alta 1.666 m. (2 ore). Dalla malga si prosegue in piano tenendo la dx e puntando alle evidenti colate sull'avancorpo sotto lo spigolo nord del Crozzon di Brenta che si raggiungono percorrendo il ripido pendio finale (1 ora). Donne e ramponi è all'estrema destra della parete e la linea si sviluppa in un canale obliquo verso sinistra.
Discesa
1° calata |
60 m su clessidra con cordino sù masso e breve tratto a piedi nel canale |
2° calata |
55 m su 2 chiodi da roccia, fino alla base del 5° tiro |
3° calata |
60 m su abalakof fino a entrare nel canale nevoso e proseguendo nel canale si arriva al primo ghiaccio |
4° calata |
55 m su abalakof |
5° calata |
55 m su abalakof |
Relazione
1° tiro |
ghiaccio 65°/75° m 55 sosta su ghiaccio (da attrezzare): salire lo scivolo di ghiaccio, andando a sostare a dx alla base del salto più ripido. |
2° tiro |
ghiaccio 80°/70° m 55 sosta su ghiaccio ( da attrezzare): proseguire sullo scivolo affrontando la prima parte più ripida e andare a sostare a sx alla fine della corda. |
3° tiro |
canale nevoso 45°/40° per 150 metri (in conserva) sosta su roccia (1 ch da roccia lasciato): proseguire lungo il canale nevoso e dove questo si apre prendere a sx (puntando ad uno stretto camino), superando un breve risalto di ghiaccio, continuare nel canale nevoso che ora si fà più stretto e andare a sostare sulla dx prima dell'inizio della zona più ripida. |
4° tiro |
ghiaccio a 70°/90° m 20 sosta su ghiaccio: salire il caratteristico stretto camino fino alla base dell'esile candelina |
5° tiro |
ghiaccio a 90°/80° + canale nevoso a 40° m 55 sosta su roccia (2 chiodi lasciati): salire l'esile e fragilissima candelina fino a sotto il tetto, traversare ora a dx spostandosi sulle frange di una candela sospesa e superare la parte verticale, ora su terreno meno impegnativo si raggiunge il canale nevoso e proseguendo quasi a fine corda si và a sostare a dx. |
6° tiro |
neve a 40° poi M4 m 80: sosta su roccia con clessidra (lasciato cordino): andare in obliquo verso sx e attaccare una sorta di canale/diedro aperto che con andamento leggermente obliquo a sx porta fino ad un masso sul pianoro nevoso. |
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Relazione Donne e ramponi gioie e dolori
Schizzo Donne e ramponi gioie e dolori